Scritti Fitti 2
I ricordi sono rumori
di fondo, di
un tempo indefinito che ci portiamo dentro una valigia immaginaria. All'occorrenza
attingiamo, cerchiamo, frughiamo, nella speranza di trovare una sensazione già
vissuta, che ci impedisca di essere equilibristi della vita, pericolosamente in
deficit.
A volte il ricordo ci
appanna, la realtà perde i contorni, la visione onirica prende il sopravvento,
e la vita non va avanti perché le ombre di ciò che era e di ciò che è ci
confondono.
Io nella mia valigia ho
messo un po' di tutto, non solo il memento del mio divagare, i cari, gli
affetti, gli amici e i nemici ...ho messo anche quello che non ho mai vissuto,
ciò che ho toccato ma non afferrato, udito ma non ascoltato. Sono sempre indecisa,
ma nel dubbio porto tutto, perché ho bisogno di avere un fardello che mi
rappresenti se dovessi vacillare.
Ho rubato emozioni, e
in quella valigia, ho nascosto idee, progetti, malinconie ...forse qualcuno le
aveva dimenticate e io le ho prese, forse non ricordavo di averle pensate.
La nostra memoria non
ci assolve, spesso è una persecuzione.
Se ricordo non posso
barare.
Perché nel tempo
vissuto è scritto il destino.
Questo viaggio non
pianificato, questo vagabondare nella periferia dell’istinto, mi ha portato
davanti alla soglia dell’incertezza, sulla riva del fiume, nel giorno senza
tempo, e con un tremore che mai avrei pensato, ho ceduto al gioco perverso e
bastardo del peso dell’anima, che fluttua tra passato e presente.
Aprirò la valigia,
lascerò andare ciò che non può rimanere costretto, conserverò i frammenti e i
sapori, resterò un po' di tempo sulla riva e poi continuerò a camminare.