Il saggio di maggio

Maestre di danza sull’orlo di una crisi di nervi

Ad un certo punto arriva il mese di maggio, inizia il conto alla rovescia, il countdown stronca nervi, più angosciante del lancio di un missile, periglioso finale di stagione, che ripropone, puntuale come il debito, una carrellata sempreverde di amenità, delle quali, diciamocelo, non potremmo più fare a meno

A maggio, il saggio di fine anno, è dietro l’angolo, giugno non conta … è il mese fantasma, il mese dello spaccio clandestino di forcine, tulle, glitter, nastri, elenchi prove, fa coppia con l’ultimo giorno di ferie … quando ti senti dentro il cubo di Rubik

Mitragliate di domande, tutti hanno un quesito, un problema, un vuoto, un dilemma, perché il giorno del saggio è come una calamita, attira le perturbazioni atmosferiche e le mutazioni genetiche

E tu, maestra di danza, che hai generato questo carrozzone, diventi un frammento del Bosone di Higgs, cioè massa nulla, animata da forze sconosciute

La domanda di rito, che arriva secca come un dardo che ti piglia in mezzo alla fronte, è:

MA QUANDO E’ IL SAGGIO?

A maggio, dopo avvisi in bacheca affissi dal 1° di settembre, adesioni firmate, messaggi su ogni tipo applicazione, è una domanda di merda … sappiatelo. Ma con la calma di karate Kid, rispondi per la centesima volta, e a forza di rispondere sbagli anche tu, perché sei bollita, perché credi che a giugno esistano 6 giovedì, e generi il caos, orde di manifestanti che reclamano il giorno giusto, comitati per la difesa del giorno del saggio … ti appelli alla facoltà di non rispondere, non sudi neanche, entra in funzione la fotosintesi

SENTA, SIGNORA MAESTRA, LA SETTIMANA PRIMA DEL SAGGIO, ANDIAMO IN VACANZA E’ UN PROBLEMA? No tranquilla, le prove le faccio solo per ammazzare il tempo

QUANDO FINISCE LA SCUOLA, LA BAMBINA VA A TORRIGLIA DAI NONNI PERCHE’ C’E’ CALDO, PENSAVAMO DI VENIRE QUALCHE GIORNO PRIMA DEL SAGGIO, VA BENE? Perfetto, se vuole vengo a Torriglia ogni tanto per un ripasso

DOPO LE PROVE IN TEATRO DEVO ANDARE AD UN COMPLEANNO, COMUNQUE ARRIVO PER IL MIO BALLETTO … fai con calma, ti faccio trovare un mojito in camerino

PER I BIGLIETTI? POSSO AVERE I POSTI DELL’ANNO SCORSO? MA NON VICINO A MIA SUOCERA, TRE FILE AVANTI, MA NON SOTTO IL PALCO, PIU’ CENTRALI, MA VICINO AL CORRIDOIO, PIU’ LATERALE MA NON TROPPO, LA BAMBINA DOVE BALLA ? PERCHE’ SE POI È DALL’ALTRA PARTE NON VANNO BENE … Signora mi dica dove vuole la poltrona che gliela faccio costruire dal falegname

APPENA FINITO IL BALLETTO POSSIAMO ANDARE A CASA? Certo … per i saluti finale ho fatto costruire un cartonato gigante con gente che fa l’inchino, cosi andiamo a casa tutti mezz’ora prima

Ma il momento più esilarante è l’arrivo dei papà in segreteria, quando le mamme per raggiunti limiti di presenze, si danno alla latitanza

Ti guardano spaventati, con una scritta tatuata in fronte: IO NON SO NIENTE, NON CI VOLEVO NEANCHE VENIRE QUI, MI MOGLIE MI HA DATO QUESTO BIGLIETTO CON DEI NUMERI SCRITTI … DEVO PAGARE QUALCOSA? Si aggirano in un luogo avverso, barocco e saturo di ammennicoli rosa confetto, con lo sguardo dei condannati nella colonia penale in Guyana

E poi arrivano le nonne, donne di altri tempi tutte d’un pezzo, maneggiano instancabili nipotine possedute dal demonio, cercano di capire come funziona questa danza, mi scriva tutto su un foglio perché se no mia figlia poi dice che non mi ricordo niente, mi scusi maestra suderà la bambina? Durerà tanto lo spettacolo? Perché mi fanno male le gambe? … Signora, non si preoccupi ci sono le poltrone in teatro, non state in piedi … e poi ti guardano e, con la morbidezza della carta a vetro, ti falciano: EHH SIGNORA MAESTRA, SI VEDE CHE E’ STANCA, HA LE OCCHIAIE COME DUE UOVA AL TEGAMINO …

Loro sì che ne sanno

Le giornate scorrono esilaranti, sai quando cominci e non sai quando finisci, con la sensazione di aver dimenticato qualcosa, sempre e comunque

tipo aver sbagliato la scaletta mettendo un pezzo di hip hop in mezzo al Lago dei cigni

dimenticato di scrivere tutti i nomi delle allieve sulla brochure, e stai meditando, per rimediare, di affittare le Frecce Tricolore per scrivere i nomi mancanti direttamente in cielo

… e ti sei resa conto in ritardo, di aver stabilito la prova generale, unica irripetibile e decisiva, nel giorno della festa patronale della città, con tanto di sfilata della banda musicale e di crocifissi, mercato di cestini di raffia, di sardo fresco e olive taggiasche … e non puoi manco entrare a scuola

Ma tutto questo ha un suo perché, è niente a fronte di una gioia immensa, che solo le maestre di danza possono capire:

FINALMENTE, ALLE PROVE IN TEATRO, AVRAI TUTTE LE ALLIEVE PRESENTI, DELLO STESSO CORSO, NELLO STESSO LUOGO E ALLA STESSA ORA

Vale la pena di patire un anno di tormento, per vivere un’ebbrezza, pari solo a George Clooney quando si ciuccia tutta la tazzina di caffè Lavazza … vedrai finalmente le tue coreografie come le avevi pensate, senza più sedie e borse al posto delle persone

E ti accorgi che fanno un po’ cagare, perché hai fatto coppie da tre e scacchiere circolari

Ma in fondo, come diceva Eraclito, bisogna volere l’impossibile perché l’impossibile accada

Sipario

#sandrinapensiero