L'arte di arrangiarsi

Interno giorno. Un uomo si sveglia, stordito non ricorda nulla, si alza sconvolto, corre fuori in strada e si rende conto che il mondo non è più lo stesso, devastato da un flagello inspiegabile e popolato di zombie ... Non sa come e non sa perché ma dovrà lottare per qualcosa di cui non rammenta neanche i contorni

Scene da film apocalittico, così care agli amanti dello Splatter, per le quali abbiamo riso perché le favole e gli incubi sono appannaggio dei visionari

E invece eccoci qui a fare i conti con la possibilità di contagio, con il crollo verticale delle nostre certezze, con un presente intriso di Amuchina e un futuro che sa di isolamento e fobia ...fobia di tutto anche della nostra ombra che dovrà stare a un metro di distanza come da decreto

Sono incazzata come non mai nella vita, mettiamoci anche la preoccupazione e la oggettiva passività di fronte a ciò che non si conosce, con una punta di ribellione per cambiamenti e costrizioni necessari, anche se in nome della salvaguardia della salute

Pensieri perfettamente allineati con le reazioni tipiche degli animali della mia specie ...ma la mia rabbia non è frutto di un delirio contro l' imponderabile. La peste nera che mina le sorti del mondo è un evento ciclico, come la guerra, la calamità, la crisi economica, l'uomo si distrugge e si rigenera con la lancia o con l'iPhone, cambiano gli scenari, non i tormenti

Ma nell'era di Alexa, dell' esoscheletro e delle bombe intelligenti mi aspetto che un provvedimento per arginare una emergenza sia quanto meno decifrabile nella mia lingua, che preveda e sia a conoscenza delle realtà e dei settori coinvolti, non un gioco al massacro perché si omettono gli interessati trascurando le conseguenze, come se fossero scevri da pericolosità senza un piano di contenimento

Non posso ammettere un legislatore che si dimentichi del mondo dello spettacolo e dell'arte in genere, non perché gli stessi che appartengono a questo mondo vogliano sentirsi immuni dall' emergenza e dalla gravità legata al virus, ma perché molto più semplicemente non esistono nella catena sociale. Siamo un passatempo come giocare al parco... E infatti è proprio ciò che ci è stato consigliato di fare ...danzate, fate la corsa nei sacchi, un flic sulla trave, un salto sullo step all'aperto, ma non tutti insieme un po' per volta, anzi a dirla tutta sarebbe meglio a domicilio

Se poi non riuscite a pagare l' affitto, a sostenere i collaboratori, a portare avanti progetti e doveri istituzionali, tranquilli, intanto non esistete. Chi lavora in teatro, al cinema, nelle orchestre, nei musei, e in tutte quelle attività correlate è alla stessa stregua del fruttivendolo o del gestore di hotel o del professore universitario, ma nessuno ne parla, neanche nei talk show a caccia di tragedie, perché l'intrattenimento e il benessere fisico in tempi di peste sono esattamente ciò che erano prima ... un mondo sommerso che da decenni agonizza ...eravamo già zombie prima del covid 19 ...a noi il virus ci schifa perché facciamo già pena

Nessuno di noi ha pensato neanche per un momento di non allinearsi alle necessità dell' emergenza, chi lavora con il corpo in particolar modo, e fa della forma fisica un mestiere, ha più che mai adottato ogni mezzo per arginare il pericolo, usando il buon senso laddove è mancata l' informazione chiara e specifica del settore. L'arte di arrangiarsi non e sufficiente al sostentamento se non è supportata dal sostegno delle istituzioni e dagli enti di riferimento, quest'ultimi non pervenuti dopo l' ultimo tesserino tecnico da istruttore che sono riusciti a piazzare

Aspettiamo le locuste, di biblica memoria, consapevoli che probabilmente l'emergenza sia all' inizio della sua epopea e che i sacrifici che tutta la comunità dovrà affrontare saranno epocali

Abbiamo chiesto chiarezza e supporto, abbiamo ricevuto le risposte che si danno ai molesti: arrangiatevi

Eh no signori, lo spettro di una colossale crisi economica, giustifica lo smarrimento e la paura, e non per una mera rincorsa al profitto, ma per un oggettivo istinto di sopravvivenza che lega a filo doppio il lavoro e la salute

Tutto questo in un clima di assoluta confusione, dove si grida alla fine del mondo come Savonarola, o alla minimizzazione del problema ad opera di bocche e teste che hanno condotto questo paese da anni al collasso

Il nostro motto, l' arte salverà il mondo, rimane un grido univoco e costante, restiamo uniti, con la massima attenzione e vigilanza perché il rischio è alto, e se nessuno ci aiuterà a sopravvivere, troveremo un' altra forma

Chi ha scelto questo mestiere lo sapeva già nella culla, che non sarebbe stata una bella scampagnata sui prati

 

E nel dubbio nel centro commerciale l'arrivo del vip di turno che rilascia autografi e dispensa sorrisi, riempie gli spazi di persone che tra un delirio e l'altro si accalcano ammassati gli uni agli altri …

Perché se arriva il vip il virus scompare

Perché se arriva il vip il virus scompare

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